"Fejérdy non è né un apologetico laudatore né un aprioristico critico dell’Ostpolitik: la studia, la registra, ne rileva lo svolgimento cercando una valutazione oggettiva al di là delle passioni. Ma è una valutazione forse non facile a trovarsi sulla base della documentazione da lui prevalentemente usata, prodotta dai servizi di spionaggio e controllo dello Stato comunista. I rapporti di tali servizi spesso sono deformati dall’ignoranza delle cose religiose e dalla grossolanità culturale dei loro estensori, per non dire della necessità di compiacere i superiori, di stare nei binari dell’ortodossia ideologica, di produrre dati sensibili anche quando non se ne trovano. In ogni caso, Fejérdy riesce a trattare questi materiali con avvertenza, al di là della loro langue de bois."
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